A Dovadola nella casa natale di Benedetta Bianchi Porro



Iscrizione posta davanti alla casa natale di Benedetta Bianchi PorroDOVADOLA (Forlì-Cesena) – Andiamo a scoprire la terra natia di Benedetta Bianchi Porro, serva di Dio in odore di beatificazione per le virtù mostrate in vita, soprattutto nel lungo periodo di malattia che l’ha costretta a letto immobile. Dovadola è un paese dell’entroterra forlivese, adagiata su verdi colline e resa famosa dalle gesta di Benedetta: qui ogni anno centinaia, se non migliaia, di persone vengono a rendere omaggio alla casa natale di Benedetta, ascoltando le testimonianze dei volontari dell’associazione che ne promuove la causa di beatificazione.

La vita. Benedetta Bianchi Porro nasce nel 1936 a Dovadola, piccolo paese in provincia di Forlì, e muore a Sirmione nel 1964, a ventisette anni, consumata da una terribile malattia. E’ una straordinaria figura di giovane santa del nostro tempo, intelligente e sensibile, innamorata della vita e umanamente tanto ricca da legare a sè schiere di amici. Benedetta lotta caparbiamente contro il proprio male cercando di realizzare il suo sogno: diventare medico e consacrarsi all’aiuto degli altri. A diciassette anni si iscrive alla facoltà di Medicina a Milano, ma sarà costretta ad arrendersi dopo aver sostenuto l’ultimo esame del corso.

Immagine giovanile della serva di Dio Benedetta Bianchi PorroE’ un calvario indicibile il suo, in cui, con il progredire della malattia, si alternano momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo di fronte ai doni dell’amicizia, alle bellezze del creato, alla percezione sempre più intensa della vicinanza di Dio. Infine, è proprio nel mistero della croce, mistero di amore e di dolore, che Benedetta trova una ragione alle proprie sofferenze e attinge la forza per viverle e accettarle con serenità. Benedetta è stata dichiarata venerabile nel 1994 e non sembra lontano il giorno in cui verrà proclamata beata.

Altre info: www.benedetta.it

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Commenti

3 commenti in “A Dovadola nella casa natale di Benedetta Bianchi Porro”
odette ha detto:

A Benedetta che ha tanto sofferto mi rivolgo per una persona che sta soffrendo tanto.
Si chiama Stefano,è in attesa di trapianto e fa dialisi due volte a settimana.Adesso si sta lasciando andare,cerca di affrettare la fine,si è incattivito e si isola da tutti,umiliandoli e ferendoli.Prego Benedetta di intercedere affinchè lui riprenda la voglia di vivere,di combattere e il suo cuore si apra a Dio
Odette

lorenza ha detto:

Conobbi la storia di Benedetta tra il 1978/1979,entrai per caso in una chiesa a Sirmione,con i miei piccoli bambini.Dopo aver pregato,notai su di un tavolino dei santini.Tra gli altri scorsi uno splendido volto di donna,mi colpì teneramente,intensamente e coinvolse emotivamente.Da quel momento non me ne separai mai,era come se l’avessi conosciuta da sempre e la pregai e la prego molto spesso.Mi rivolgo a Benedetta come ad una dolce e cara amica.Ad un’amica a cui confido le mie sofferenze che non trovano risposta,alle mie pene che non trovano giustificazione.Non la prego con preghiere preposte ma con pensieri che ho dedicato a Lei negli anni.Credo che Benedetta meriterebbe la santificazione,ma in fondo lei lo è già!Con speranza…..! Lorenza

luciabosio ha detto:

Sono ammirata dalla forza morale con cui Benedetta viveva le sue giornate, sprizzando gioia e contagiando le persone che la visitavano quotidianamente. Aspetto con gioia il giorno della sua beatificazione, perche solo una santa può vivere con ha vissuto benedetta. grazie di cuore. in unità sr. lucia.

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