Santuario di Santa Sperandia – Cingoli (Macerata)
Il santuario è sorto su un preesistente oratorio benedettino e conserva al suo interno le spoglie incorrotte di Santa Sperandia, compatrona di Cingoli. Nata a Gubbio in origine l’edificio era un oratorio privato ad uso delle monache che successivamente venne trasformato in luogo sacro dopo la morte della santa, poi in chiesa intitolata a S. Michele Arcangelo.
A destra dell’altare si trova la cappella che conserva il corpo della santa, all’interno di una urna di vetro e marmo, costruita tra il 1633 e il 1639 da Annibale Ricca. Il dipinto sull’altare maggiore, opera di Pier Simone Fanelli, rappresenta il Miracolo delle Ciliegie.
Una porta dietro l’altare conduce alla camera dove, secondo la tradizione, Santa Sperandia trascorse gli ultimi anni della sua vita e morì. Il luogo della sua sepoltura divenne meta di pellegrinaggi continui e luogo di grazie e miracoli.
È festeggiata la prima domenica di agosto.