Santuario Santa Maria Novella (Firenze)
La sua struttura interna presenta i caratteri dell’architettura gotica cistercense, a tre navate con ampie campate e coperture a volte con archi a sesto acuto. Fra le prime opere che giunsero nella chiesa fu la Maestà di Duccio (1285), detta pala Rucellai.
Nel 1312 è documentato in chiesa il Crocifisso dipinto in età giovanile da Giotto. Nel transetto sinistro, fra il 1350 e il 1357, Nardo di Cione affrescò le pareti della cappella Strozzi con il Giudizio Finale insieme all’Inferno e al Paradiso.
Sull’altare, la tavola, firmata e datata 1357, con Cristo che dà le chiavi a San Pietro e un libro a San Tommaso, la Madonna, San Giovanni Battista e altri santi, è opera di Andrea di Cione detto l’Orcagna.
La stagione rinascimentale è introdotta in Santa Maria Novella dall’affresco di Masaccio con la Trinità, la Madonna, San Giovanni Evangelista e i committenti (1427).
Di Filippo Brunelleschi è il Crocifisso ligneo nella cappella Gondi. Alla fine del Quattrocento due importanti cicli ad affresco vennero dipinti nella chiesa rispettivamente da Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi.
Nel 1560 Santa Maria Novella fu oggetto delle ristrutturazioni attuate da Giorgio Vasari.