Santuario Beato Nunzio Sulprizio – Pensosansonesco (Pescara)



Nato da un’umile famiglia nel 1817 e restato orfano di entrambi i genitori, Nunzio fu allevato prima dalla nonna materna, poi da uno zio che, nonostante la gracile costituzione del nipote, volle avviarlo al duro mestiere di fabbro ferraio, nella bottega-officina che l’uomo teneva aperta a Pescosansonesco.

A causa delle privazioni e dei maltrattamenti il ragazzo che si era ferito a una caviglia, si ammalò di carie ossea, tanto che ben presto una piaga inguaribile gli ricoprì il piede.

Si narra che Nunzio si recasse a lavare la ferita presso la fontana di Riparossa, senza trovare però il conforto dei paesani che, anzi, lo scacciavano nel timore che infettasse l’acqua. Accolto infine da uno zio, militare a Napoli, ricevette le cure di un colonnello medico di stanza al Mastio angioino dove passò, sopportando atroci sofferenze fisiche, gli ultimi giorni della vita.

I napoletani, tra cui si era sparsa la voce della cristiana ed esemplare rassegnazione con cui il giovane accettava la malattia e della profonda devozione che riservava alla Madonna, già alla sua morte, avvenuta il 5 maggio 1836, lo considerarono santo.

Ancora prima che la Chiesa nel 1963 lo dichiarasse venerabile, Pescosansonesco aveva eretto un santuario presso la fonte miracolosa di Riparossa per conservarvi solennemente le Reliquie.

Il Beato Nunzio Sulprizio, giovane operaio laico è considerato il protettore degli invalidi e delle vittime del lavoro ed il suo santuario è tra i più celebri e frequentati della Valle del Pescara.

 



Lascia un commento...