Grotta di San Domenico Abate – Cocullo (L’Aquila)
L’eremo di San Domenico è sempre stato meta di devoti e turisti che nel corso dei secoli sono giunti sulle rive del lago.
Secondo la tradizione locale l’eremo venne scavato da San Domenico, intorno all’anno 1000.
L’accesso al santuario avviene da un portichetto impreziosito da una bifora, riccamente decorata, che offre un magnifico panorama lacustre.
All’interno del portico si conservano dei dipinti raffiguranti quattro miracoli attribuiti al Santo: il miracolo delle fave, il bambino restituito dal lupo, la trasformazione dei pesci dell’ingordo in serpi e il ragazzo caduto dalla quercia.
All’interno la chiesa, presenta sul lato destro dell’ingresso l’affresco della Madonna col Bambino, quasi del tutto rovinato e sbiadito, e, dietro l’altare, la statua di San Domenico.
Subito a destra dell’ingresso una piccola porticina conduce alla zona cultuale più antica e suggestiva: la grotta del Santo.
Sul lato sinistro è posta una specie di tomba delimitata da quattro pilastrini posti ai lati del rettangolo: è il letto del Santo, dove egli riposava disteso su alcune travi lignee.
Secondo alcune agiografie il Santo visse in questi luoghi a cavallo dell’anno 1000 e fondò entrambi i monasteri dedicati a San Pietro.
Con molta probabilità il Monastero degli eremiti era inizialmente una modesta costruzione in cui si svolgeva sia la vita comunitaria che quella monastica, quest’ultima testimoniata dalla presenza di resti di grotticelle utilizzate come celle eremitiche.