Eremo di San Benedetto alle Cannavine – Teramo



Non lontano dalla località Macchia del Sole, in prossimità di un esiguo gruppo di case, sul lato opposto di un ruscello vi sono i resti dell’Eremo di San Benedetto.

Del piccolo cenobio si distinguono bene solo le mura perimetrali di due edifici di ridotte dimensioni, quello più grande adibito a luogo di culto e quello più piccolo ad abitazione.

Sotto il manto erboso si nascondono altri resti murari poco identificabili.

Tra le varie macerie sono visibili i segni dei numerosi scavi condotti alla ricerca di materiale degno di interesse. Le prime notizie sul romitorio risalgono al 1252, quandoPapa Innocenzo IV, confermando le servitù di Sant’Angelo, menzionò anche San Benedetto.

Ma la prima notizia storica sull’eremo è datata 23 marzo 1274, giorno in cui il Vescovo aprutino Rainaldo concedeva a Sant’Angelo in Volturino la dipendenza del “cenobio di San Benedetto in San Flaviano in località Cannavine”.

Nella bolla di papa Bonifacio VIII del 1297 compare ancora “San Benedetto de Flaviano”, e nella Visita Pastorale del vescovo d’Aragona, effettuata nel 1580, l’eremo viene identificato come “San Benedetto in Carabine”; infine nel 1297 si ha la notizia dell’assoggettamento alla chiesa parrocchiale di San Giovanni di Macchia del Sole.

Molto probabilmente la conventualità del piccolo cenobio si estinse nel XV secolo con la decadenza di Sant’Angelo in Volturino. Secondo la tradizione locale una delle campane della chiesa di Macchia del Sole proviene dal romitorio di San Benedetto.



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