In moto all’abbazia di San Galgano – Chiusdino (Siena)



IN MOTO A S.GALGANO (da Pesaro a S.Galgano)
“Giù per la Jehenna o sù per il trono viaggia veloce chi viaggia da solo….” (R.Kypling)

Sono in moto da ormai un’ora e ancora non son convinto di quel che sto facendo. Per quanto mi piaccia la moto non ho mai fatto un viaggio vero e proprio e forse è per questo che sembra tutto un po’magico: S.Galgano, un’antica abbazia in provincia di Siena dove viene custodita una spada innestata nella roccia. Le gesta di Re Artù e dei suoi nobili cavalieri che mio babbo raccontava la sera a me e mio fratello ritornano confuse alla mente…. che questo Galgano abbia qualcosa a che vedere con il cavaliere Galvano, della tavola rotonda ?

in viaggio a san galgano

Lascio la superstrada prima della gola del Furlo perché non si può passare da queste parti senza omaggiare la natura per un posto come questo. Rimpiango l’obbligo del casco e mi fermo solo un attimo a guardare la chiusa dove han girato una parte del film “ Turnè “ con Fabrizio Bentivoglio e Diego Abbatantuono: il mito nel mito.
Ad Acqualagna prendo per il Piobbico, un paesino alle pendici del Monte Nerone rinomato tra le altre cose per il “Club dei Brutti” ma anche paese natale di alcune famiglie di amici con cui ho trascorso momenti bellissimi.
Mi fermo a casa di Vera per salutarla, ma lei non c’è; bevo un po’ d’acqua fresca da una fontana e riempio la bottiglia, poi riparto.

Percorro la Bocca Seriola ad andatura moderata e inizio a guidare in maniera più sportiva e, mi accorgo ora, sicuramente di divertirmi di più.
Finito il passo scorgo Città di Castello, dove potrei fermarmi a pranzo da Marcello o Claudio….
Ma prima ancora di iniziare a pensarci seriamente scorgo delle nubi grigie dietro le montagne e così proseguo senza entrare neanche in città.

Mentre percorro la statale mi fermo per un panino ed un caffè all’altezza di Lerchi, poi continuo verso l’appennino aretino-senese.

viaggio a san galganoIl bel tempo mi accoglie e la strada che porta al passo mi invita a praticare un po’ delle sue belle curve: è la parte più bella del percorso finora fatto.
Finito il tratto appenninico mi immetto in una strada ad alta percorrenza e il bel tempo mi abbandona.
Speriamo che non piova: non ho l’abbigliamento adatto. Questa mattina nel riempire la valigia da serbatoio che mi ha prestato Filippo mi son premurato di mettere la mia maglietta preferita con lo stemma della Birra Guinness (che il Pando mi ha riportato dall’Irlanda) e poco altro.

Inizia ad arrivare qualche goccia e decido che non val la pena bagnarsi così mi metto alla ricerca di un ricovero. Un bel distributore mi da la possibilità di farmi una sigaretta, un caffè e tenermi al riparo dallo scrullone d’acqua.

Chiedo indicazioni al barista che mi dice che S.Galgano dista una sessantina di chilometri di qui e mi consiglia di prendere la strada che passa per il bosco.

Uscire dalla superstrada è già un bel sogno. Dopo neanche un chilometro mi ritrovo nella boscaglia e la strada comincia a salire. Proseguo annusando l’aria che ha ancora il sapore della pioggia e mi fermo: sono quasi dieci minuti che non incontro nessuno e la strada continua a salire in mezzo al bosco. Ad un certo punto la discesa, la boscaglia si apre e mi si apre di fronte una pianura assolata.
Le indicazioni per S.Galgano portano verso la pianura e sinceramente mi lasciano perplesso: Che strano ! mi immaginavo che qualunque cosa fosse S.Galgano, lo avrei trovato in mezzo ad un bosco. Come nella legenda in cui Sir Gawain andava nella foresta a sfidare il Cavaliere Verde. Pianura e sole, strade dritte.

Ecco l’indicazione Abbazia di S.Galgano.

La strada è dritta e costeggiata da quelli che potrebbero anche essere cipressi; alla mia sinistra incontro parcheggi ampi per comitive che per fortuna oggi hanno pensato bene di andare altrove. Un bivio lascia l’abbazia sulla destra e la cappella di Montassiepi dritto in alto su una collinetta. Chiedo ad un passante che mi spiega che la spada nella roccia e su nella cappella mentre l’abbazia si trova dietro la fila di alberi.

abbazia san galganoMi sposto e finalmente mi appare l’abbazia in tutto il suo splendore. Anche se non è più presente il tetto, la struttura è alta e imponente. Che spettacolo doveva essere quella visione per i pellegrini che si spostavano in mezzo a quel nulla.

abbazia san galgano Sono curioso di vedere cosa è rimasto dell’antico splendore ma ancora di più voglio comprendere il mistero della spada, per cui proseguo verso la cappella di Montassiepi e da buon ciccione lo faccio in sella alla mia moto.

Arrivo in un bello spiazzo e mentre parcheggio la mia Legend sento delle voci con accento romagnolo che sbucano da un percorso al di là di un cespuglio.

montassiepi

Al vedere la mia moto uno dei due impreca scherzosamente con la fidanzata e l’altra coppia per averlo costretto a quella faticaccia ….. ci salutiamo e scambiamo un po’ di informazioni. Ci facciamo reciprocamente qualche foto e poi io proseguo per il mio pellegrinaggio.

La cappella è ben tenuta e di bella fattura a pianta circolare.
I candelabri, il pulpito, le porte, tutto evoca la spada.

spada nella roccia E Poi eccola lì. Leggermente decentrata, in basso in un’ampolla di vetro infrangibile …. Ecco la spada nella roccia.
Il vetro è una piccola delusione, ma è comprensibile che con tutti i pirla come me che vorrebbero provare ad estrarla diventa anche una condizione necessaria.

montassiepi (13) A lato una teca con le ossa di due avambraccia completi di mano e dita, spiega che nell’antichità avevano trovato un altro deterrente per tener lontano i ladri…..

La leggenda racconta come Galgano Guidotti si fosse ritirato su quella collina per condurre una vita monacale e aveva piantato la sua spada in quella roccia, perché la forma dell’elsa era per lui limmagine della Croce di Cristo.

C’è una bella statua di Maria che provo a ritrarre inutilmente con le mie scarse capacità di fotografo, poi esco e mi godo un po’ del bel panorama. Ancora un giretto qualche foto. A fianco della chiesa c’è un portone e scopro che ci abita una famiglia straniera …. Sorrido e controllo qualsiasi maldicenza per rispetto al luogo sacro, risalgo sulla moto e scendo verso l’abbazia. Parcheggio la moto in un gradevolissimo luogo di ristoro, ripromettendomi di portarci mia moglie prima o poi….
La strada dritta verso l’abbazia e gli alberi alti mascherano l’imponenza della struttura della cattedrale gotica e guardandola meglio mi domando che cosa poteva essere completa del tetto.
abbazia san galganoEntro nella chiesa che ha una navata centrale e due più piccole laterali. Completamente a cielo aperto e con i rosoni quasi distrutti. L’interno si presenta di una pulizia che mi lascia piacevolmente stupito.
Sul fondo del lato entrata è allestita una grossa struttura metallica per assistere alle opere teatrali e musicali.
Leggo un po’ di storia dell’abbazia, che non è stata chiaramente solo luogo di preghiera ma anche di studio e vita per monaci e per tutti coloro che vivevano in quelle terre.

barDopo diverse foto e anche un po’di autoscatto ritorno alla moto e decido di prendermi un gelato e studiare la strada per dirigermi a Firenze dove questa sera mi aspettano altri amici. Così mi siedo nel giardino del ristorante e mi godo questo momento.

Jack


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Commenti

7 commenti in “In moto all’abbazia di San Galgano – Chiusdino (Siena)”
sonja ha detto:

ciao jack, grazie per il tuo viaggio così piacevolmente raccontato!
mi hai fatto venire la curiosità di vederlo di persona questo posto…la spada…l’abbazia…magari è un’idea da proporre a “quelle donne” per una prossima gita!

paz ha detto:

bellissimo, mi hai fatto viaggiare anche a me grazie!
dovresti scrivere più spesso, sei davvero bravo!

Ciesco ha detto:

In effetti le spade laser dei cavalieri Jedi non hanno lo stesso fascino. Bravo Jack!

transy ha detto:

bellissimo….mi son goduto il tragitto e l’abbazia grazie alla tua descrizione…la prossima volta ci andiamo insieme (e ci portiamo anche le mogli !!!!!)

Francesco DP ha detto:

Grande Jack, scrittore provetto o piccolo Semola, prode scudiero e prossimo re Artù?

giacomo ha detto:

Ciao Franz è un’onore !
Spero di farmi sentire presto di nuovo….
bye

zingo ha detto:

Grazie Jack, veramente brillante il tuo racconto sull’abbazia di San Galgano, aspettiamo tue prossime avventure 😉

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