Santuario della Beata Vergine della Celletta – Argenta (Ferrara)



Santuario della Beata Vergine della Celletta - Argenta

Santuario della Beata Vergine della Celletta - Argenta

Il Santuario della Beata Vergine della Celletta, dall’inconfondibile forma ellittica, si trova poco fuori l’antica cittadina di Argenta, sulla strada statale 16 che collega Ferrara a Ravenna, vicino al fiume Reno, tra le rigogliose campagne emiliane.
Il Santuario ebbe origine da una cappella, costruita nel 1490, come adempimento del voto di Giampaolo dei Fanti detto Dainese, che precipitando col calesse nel fiume a causa di una fortissima tempesta, invocò la Madonna e fu salvato.Un tempo era cella rinascimentale e poi tempio barocco, la struttura che oggi è possibile ammirare venne costruita nei primi del ‘600, quando la cappelletta fu ampliata per il crescente afflusso di fedeli, a seguito dell’apparizione della Madonna ad una contadina del luogo.
Solo nel 1607, però, divenne un santuario, per opera del pittore-architetto argentano Marco Nicolò Balestri e di Gian Battista Aleotti, le cui spoglie sono ivi conservate.

Il Santuario si presenta al visitatore in tutta la sua sontuosità con le linee armoniose, vagamente classicheggianti con la pianta ellittica e si può accedere da tre ingressi; al suo interno vi sono otto semicolonne, con capitelli in stile corinzio che delimitano le cappelle dell’altare e al centro dell’abside il marmoreo altare maggiore, al cui centro è conservata l’Assunzione al Cielo di Maria, probabilmente opera di Aleotti.
Un’ancona di marmo racchiude un affresco del Garofalo, la Madonna della Celletta con il Bambino (1513), trasferito dall’antica chiesetta e che ha dato il nome al santuario, in quanto l’affresco era conservato in una “cella”.
Sull’altare a destra è conservata una copia “Fuga in Egitto della Sacra Famiglia” molto probabilmente del pittore ferrarese Fei; l’originale in proporzioni più ridotte si trova nella Pinacoteca Comunale.
La devozione dei fedeli crebbe ulteriormente a seguito del terribile terremoto che il 1624 distrusse Argenta e i paesi della zona lasciando incredibilmente illeso il santuario e causando pochissime vittime.
La gratitudine della popolazione si tradusse in una sentita processione e in un voto di recarsi al santuario ogni anno lo stesso giorno come suggella la lapide in marmo posta all’ingresso.
Alcune opere una volta conservate nel santuario sono oggi custodite nella Pinacoteca Comunale, presso la chiesa di San Domenico: la Madonna col Bambino, con San Lazzaro e Giobbe (1513) opera del Garofalo, che ornava l’altare di San Lazzaro; la tela del Terremoto di Argenta opera di Camillo Ricci, seguace dello Scarsella, eseguita dopo il voto del 1624; una tela di raffigurante Cristo nell’orto, del 1600, che fu donata dal giurista Bondini, nonché l’originale della Fuga in Egitto della Sacra Famiglia.
Non sono più presenti gli affreschi della volta, eseguiti dal pittore bolognese Sante Nucci del 1870 e della torre campanaria, a seguito del bombardamento del 12 aprile 1945 che risparmiò solo l’altare della Madonna. Nella struttura attuale, sono state sostituite alle antiche opere moderne sculture lignee di Ortisei, tra cui il grande crocifisso molto venerato dai fedeli.

Il Santuario, duramente danneggiato nel 1945, fu successivamente restaurato nel 1954.
La Festa della Celletta si celebra il 7 ottobre, in ricordo del trasporto al Santuario dell’immagine della Madonna della Celletta nel 1624.

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Buon viaggio spirituale!



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