Venerabile Compagnia delle Stimmate di San Francesco – Museo diocesano di Rieti
Nel nome di San Francesco, agli inizi del XVII secolo fu costituita presso la basilica inferiore di Santa Maria Madre di Dio una Confraternita deputata a provvedere alle esequie di coloro che dovessero essere tumulati presso le sepolture della cattedrale. Ne fu promotore il vescovo francescano monsignor Gaspare Pasquali, alla guida della diocesi di Rieti agli inizi del Seicento.
Nativo di Montereale, in diocesi di Rieti, maestro di sacra teologia nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, dal 1589 frate Gaspare Pasquali1 era vescovo di Ruvo di Puglia quando, nel 1604, fu chiamato a reggere la Diocesi reatina.
Il suo episcopato, durato fino al 1612, anno della sua morte2, fu caratterizzato da un’assidua pastorale e da una scrupolosa amministrazione.
Era dunque l’anno 1605 quando il religioso istituì la Venerabile Compagnia delle SS. Stimmate di San Francesco a cui volle affidare il pietoso compito dell’assistenza ai moribondi e dell’ufficio di sepoltura in cattedrale. La Compagnia era costituita dal vescovo titolare e da dodici membri, in ricordo dei dodici apostoli e dei dodici compagni di San Francesco, scelti fra i sacerdoti del Capitolo della cattedrale, che durante le funzioni erano tenuti a vestire il sacco ed il
cappuccio utile a garantire loro l’anonimato, stante la delicatezza e gratuità dell’opera che erano chiamati ad assolvere.
Gli ambienti nelle adiacenze della basilica Inferiore, recentemente sottoposti ad un sistematico intervento di restauro, sono ora parte integrante del percorso espositivo del Museo dei Beni Ecclesiastici della Diocesi. Gli spazi esterni all’absidiola della basilica inferiore, caratterizzati dalle armoniose volte a crociera, mantengono la loro funzione di collegamento ospitando il lapidarium. Alle sagrestie si accede attraverso un breve, angusto corridoio di collegamento con l’aula basilicale che gli eruditi del Seicento definiscono come il sacro deposito delle reliquie dei martiri. Per le nicchie ricavate sui pianerottoli delle scale gemelle che danno accesso alla basilica superiore furono realizzate due statue lignee da poco restaurate e disposte nell’aula del battistero di San Giovanni in Fonte. Entrambe raffigurano San Francesco stigmatizzato, estatico, recante la croce, così da compendiare con semplicità e chiarezza gli alti scopi di servizio per cui in suo onore era sorta la confraternita.
Ileana Tozzi