Terra santa, scopriamo gli intrecci tra storia, geografia e fede



La croce simbolo della Terrasanta

La croce simbolo della Terrasanta

REDAZIONE – Prima di avventurarci nei dettagli storici, artistici e soprattutto religiosi del nostro viaggio in Terra santa, è bene dare una ripassata alla geografia dell’antica Palestina, attualmente inglobata nello Stato di Israele. Infatti conoscere il territorio aiuta a comprendere meglio anche tanti passi del Vangelo.

L’attuale Stato di Israele si estende su una superficie di quasi 28.000 chilometri quadrati, mentre la Palestina biblica andava dal nord di Dan fino al sud di Bersabea (240 chilometri) e dal Mediterraneo alla fossa del Giordano (65 chilometri), per un totale di quasi 16.000 chilometri quadrati. Un territorio, quindi, abbastanza ristretto, anche se popolato da numerose etnie a causa della posizione geografica. Capitale di Israele è Gerusalemme, mentre le alte città importanti sono Tel Aviv, Haifa, Holon, Bat Yam, Petah Tiqvah, Bersabea, Netanya, Ashdod, Herzlyya, Ascalona.

Ma per trovare le città che hanno fatto la storia (perché di storia si tratta) dell’Antico e del Nuovo Testamento bisogna addentrarsi nei territorio attualmente occupati dai palestinesi, e quindi la valle del Giordano e la zona a est e a sud di Gerusalemme. La geografia va di pari passo con la storia, e viceversa: quindi è importante fornire anche alcune coordinate storiche. La prima fase storica è quella documentata nell’Antico Testamento, e avente come epicentro la Mesopotamia, in particolare la città di Ur dei Caldei. Siamo nel periodo dell’esilio babilonese, delle persecuzioni e della diaspora degli ebrei in terra d’Egitto. La seconda fase vede come epicentro la Palestina, e va da alcuni secoli prima della venuta di Gesù Cristo fino ai nostri giorni. Passeggiando per la Terrasanta, si notano le fattezze degli edifici di epoca romana, affiancati da palazzi, templi e altre strutture frutto del periodo di presenza ortodossa, successivo alla fine delle Crociate. Infatti è grazie agli ortodossi se molte strutture chiave del percorso storico e religioso della Palestina sono giunte intatte fino ad oggi.

Infine le coordinate religiose: ci sono tre ceppi principali nella terra d’Israele: ebrei, cristiani (cattolici e ortodossi in particolare, e poi tutte le minoranze come per esempio i copti) e musulmani. Un melting pot di culture, quindi, certamente difficili da integrare, ma ricche di un fascino più unico che raro. In conclusione va un ringraziamento agli autori della guida “Pellegrini in Terrasanta” (monsignor Gianfranco Ravasi e Luigi Santucci) per la meticolosità nella narrazione dei particolari di questa terra.

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