La cappella della patrona Santa Barbara nel duomo di Rieti
La cappella dedicata a Santa Barbara, patrona della città, con le sue eleganti forme barocche è la più fastosa nella cattedrale di Santa Maria Madre di Dio, detta comunemente dell’Assunta.
Intorno alla metà del X secolo, al tempo delle invasioni saracene culminanti nella cruenta battaglia che portò alla distruzione dell’antica città sabina di Trebula Mutuesca, le spoglie mortali della martire cristiana Barbara di Nicomedia furono traslate a Rieti e da allora conservate ed onorate come reliquie in cattedrale.
Dopo la parziale distruzione della cattedrale nel 1050 e la successiva riedificazione, che durò dal 1109,quando il vescovo Benincasa benedisse la prima pietra, fino al 1225, quando la nuova basilica fu consacrata, le spoglie di Santa Barbara furono solennemente conservate come reliquie nell’altare maggiore.
Questo rappresentò, per secoli, lo spazio sacro deputato al culto della santa.
La particolare devozione verso la patrona della città di Rieti indusse finalmente nel 1648 don Antonio Petrollini a stendere testamento assegnando i suoi beni al Comune affinché provvedesse ad edificare in cattedrale una cappella dedicata alla santa.
Due anni più tardi, nel 1650, il Comune nominò Loreto Mattei ed Angelo Alemanni, deputati per la realizzazione della cappella, nell’areaad allora occupato dalla
cappella della Concezione allestita nel 1464a cura e spesa di Amico Stabili, canonico della cattedrale.
Nel 1651 la famiglia Stabili, che aveva ereditato dal prelato i diritti ed i privilegi legati alla cappella della Concezione, ne dunque cedette il possesso al Comune, rappresentato dal gonfaloniere Loreto Mattei e dai nobiluomini deputati Angelo Alemanni, Muzio Capelletti, Pietro Capelletti, Francesco Sisti, Pompeo Vecchiarelli, Pietro Vecchiarelli, Paolo Severi.
L’incarico per la progettazione dell’opera fu dapprima affidato all’architetto Pietro Vanni di Scandriglia, poi passò senza successo al romano Monadi.
Il Comune interpellò allora Gian Lorenzo Bernini, che aveva a Rieti stretti contatti con la comunità religiosa di Santa Lucia, dove erano monache due sue congiunte.
L’artista provvide ad inviare il progetto complessivo della cappella ed il bozzetto per la statua destinata all’altare.
Il disegno berniniano incontrò il favore dei deputati, che ne affidarono la realizzazione a Giannantonio Mari.
L’altare finemente ornato si schiude come la valva di una conchiglia incorniciando tra le due sottili colonne corinzie la statua berniniana.
Sul timpano, in memoria della primitiva destinazione della cappella,fu collocato nel 1728 un ovale di raffinata fattura, opera ad altorilievo del cavalier Lorenzo Ottoni, dedicato al tema della Concezione di Maria.
Lorenzo Ottoni aveva già realizzato tra il 1714 ed il 1718 le quattro grandi statue poste nelle nicchie della cappella, raffiguranti, accanto a Santa Barbara, la beata Colomba,San Francesco e San Prosdocimo.
Nel 1730, Giovanni Odazi affrescò la cupola proponendo entro le cornici in stucco la sequenza delle Storie di Santa Barbara.
Il contributo dato dal cavalier Concioli alla cappella della patrona Santa Barbara fu determinante al completamento del secolare, impegnativo lavoro.
Egli, infatti, realizzò nel 1775 l’allegoria delle Virtù cardinali nei pennacchi della cupola e le due tele laterali raffiguranti le scene del Martirio e della Morte di Santa Barbara.
Così ,il 4 dicembre 1778, la cappella di Santa Barbara poté essere solennemente consacrata.
L’unanime consenso per l’opera pittorica compiuta dal Concioli indusse il priore dei Domenicani padre Scalmazzi a commissionare all’artista le tele dell’abside della chiesa conventuale.
Ileana Tozzi
Commenti
2 commenti in “La cappella della patrona Santa Barbara nel duomo di Rieti”Ciao Sara,
purtroppo noi non abbiamo foto della cappella
hai tu una foto da poterci inviare ?
grazie
mettete una foto senno non verrà nessuno