Sulle orme della Via Francigena
Diario di viaggio, parte 2/4
Segue da: Via Francigena: diario di un pellegrinaggio.
Diamo quindi la parola ai pellegrini, che ci racconteranno, giorno per giorno, le emozioni provate pedalando su strade e sentieri tracciati mille anni prima.
“Arrivati all’aeroporto di Londra – racconta Francesco Barletta, 24enne pesarese – ci siamo dovuti districare, in bici, tra le strade londinesi. Non è stata facile. Ci siamo trovati a girare in bici per Londra, chiedendo indicazioni in inglese. In un giorno siamo arrivati, abbiamo fatto 40 chilometri, abbiamo preso il treno e, giunti a Canterbury, abbiamo trascorso la prima notte in tenda. Era l’8 ottobre 2008. Il giorno seguente abbiamo cominciato il tragitto vero e proprio. Prima tappa: Dover. Ci si è posto il problema di fare la doccia, dopo aver percorso 40 chilometri. Siamo riusciti a contrattare, con l’aiuto di un signore napoletano, il pernottamento nella hall di un albergo (più doccia calda) al modico prezzo di cinque pound”.
La mattina seguente traghetto per Calais, cittadina francese affacciata sulla Manica. “E sono cominciate le prime difficoltà altimetriche – continuano -. Le colline francesi sono state il primo scoglio da superare, non per la reale difficoltà tecnica, ma per la nostra scarsissima preparazione atletica. Infatti, non c’eravamo allenati prima di affrontare questa impresa. La terza tappa prevedeva l’arrivo a Auchy-au-bois: 75 chilometri, e non trovavamo da dormire. Siamo finiti in un piccolo albergo: infatti in Francia non c’è un pullulare di sacerdoti come in Italia. Ne abbiamo trovato uno ogni sei-sette villaggi, e quindi siamo stati costretti più di una volta a dormire in campeggi, ostelli o alberghi”.
Iniziano i primi problemi tecnici: a Barletta si rompono più volte i raggi della bici, per via del troppo peso caricato. La quarta tappa arriva ad Arras dopo cinquanta chilometri. “Ci teniamo a sottolineare lo stress che dovevamo sopportare ogni pomeriggio – rimarca Barletta -, dopo aver abbondantemente pedalato. Il nostro obiettivo primario, ogni giorno, erano mangiare, dormire, e fare una doccia calda. Sempre attenendosi allo spirito del pellegrinaggio: quindi, occhio all’essenziale, evitando alberghi e lussi. Da Arras siamo giunti a Peronne, e poi a Tergnier. A Saint Thierry trascorriamo una giornata importante per il nostro viaggio, pur nella sua semplicità: pedaliamo per 70 chilometri, e una volta arrivati, veniamo ospitati in un monastero di suore benedettine. Preghiamo e mangiamo con loro: una lauta cena a base di verdure e formaggi. Siamo già nella regione dello Champagne: infatti la prossima tappa saremo a Chalons-en-champagne. Percorsi incantevoli, con vigneti e strade disseminate di cantine. Le condizioni meteorologiche, però, sembra essere contro di noi: pioggia, vento e freddo. Arriviamo stremati, ma il giorno dopo ci facciamo forza e facciamo il record provvisorio di chilometri: 90, e traguardo a Brienne-le-Chateau. In questa località, ci rivolgiamo all’ufficio del turismo, e sorprendentemente ci danno le chiavi di un appartamento. Infatti, questo villaggio è spesso indicato come luogo di partenza per i pellegrini diretti a Santiago di Compostela, e l’amministrazione offre particolari tutele ai prodi che passano di lì come pellegrini. Il giorno dopo, partiamo per Langres: un freddo incredibile, mani e piedi congelati, e fitta nebbia. Ma non per questo ci perdiamo d’animo, e percorriamo cento chilometri in otto ore. Langres è un borgo medievale arroccato su un colle e cinta da mura, nel centro della Francia”.
fine parte 2 di 4 … seguirà presto …
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