Medjugorje: dove la fede rinasce
Preparativi
Tutto è iniziato da una semplice proposta tra amici: “Che ne dite di trascorrere il capodanno a Medjugorje?” La risposta non si fa attendere molto, siamo pochissimi, 4-5 persone, ma nel giro di poche settimane si raduna un gruppo di 18 ragazzi più un giovane sacerdote nostro amico. Ci prepariamo a questo capodanno speciale aprendo il nostro cuore a ricevere qualcosa di grande, lasciando a Maria e a Gesù il compito di parlarci e di guidarci in questo viaggio.
Giovani, molti dei quali studenti, tutti con poche risorse finanziarie, ma Medjugorje è accessibile a tutti ed è bella da vivere nell’essenziale e all’insegna della Provvidenza. Sì, è ormai quasi tutto pronto! L’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata, ci ritroviamo alla prima delle “notti d’avvento” organizzate ogni anno dalla diocesi di Senigallia. Poi una pizza insieme qualche settimana prima della partenza per scaldare i motori e amalgamare il gruppo. Gli ultimi avvisi per email per alcuni suggerimenti sul viaggio-pellegrinaggio a Medjugorje e tutto sembra incastrarsi da sé come se una mano dal cielo organizzasse tutto per noi.
Ecco le cose che non devono mancare al nostro pellegrinaggio: carta d’identità o passaporto, valigia (possibilmente piccola visto la scarsità di spazio nei mezzi), una torcia (per le escursioni notturne), una radiolina FM (per ascoltare le traduzioni delle liturgie se necessario), ombrello, giacca pesante antivento e antipioggia, cappello, sciarpa, guanti, abbigliamento sportivo e soprattutto comodo, scarpe e scarponcini comodi, asciugacapelli e accappatoio per la doccia (negli hotel di Medjugorje ho sempre trovato asciugamani piccoli e non sono l’ideale soprattutto in inverno).
Per ultimo, ma non per meno importanza, non deve mancare il libro di preghiere, la bibbia tascabile e soprattutto la corona del rosario. E’ bello affezionarsi alla propria corona, a quella “catena dolce che ci riannoda a Dio”, così la definiva Giovanni Paolo II. Tenere la corona fra le dita è come stringere forte la mano di Maria, è rimanere aggrappati a Lei, recitarla è offrire a Lei una corona di rose. Chiara Lubich raccontava a tal proposito un aneddoto simpatico ma tanto profondo: “Ricordo una volta che mi trovavo ad Assisi ed ero con dei fratelli cristiani non cattolici e per caso ho trovato su un muretto, proprio fuori della basilica del santo, un rosario. Allora un pastore luterano mi ha detto: «Cos’è il rosario per voi? Come mai si dice Ave Maria e poi ancora Ave Maria, cinquanta volte Ave Maria?». Ed io: «Ma lei ama la Madonna? Quando si ama una mamma si vorrebbe dirle ben più di cinquanta volte: ti amo, ti amo. Quando si ama qualcuno si vuole continuare a dirlo, anzi se ci si frena a un dato momento, sembra che si spenga l’amore». E lui ha capito.”
Il grande viaggio
Arriva il giorno della partenza! I nostri mezzi sono 2 pulmini bianchi a 9 posti e un’auto talmente colma di tutti i nostri bagagli che quasi sembra non avere un conducente!
L’incontro è in piazza del Comune a Mondolfo alle ore 17.45. Alle 18.00 preleviamo i nostri amici marottesi al piazzale della chiesa di S. Giuseppe. Baci abbracci e saluti a genitori e amici che rimangono a casa e si parte in allegria verso il porto di Ancona. Che bello! Si vedono le navi! La sera scende e la luce del tramonto riveste cielo e mare in un unico e variopinto quadro di colori arancio, rosso, viola. Scendiamo per prendere i biglietti allo sportello della Jadrolinjia e fare il check-in. Dopo un’ora circa di attesa ci imbarchiamo: mezzi e persone. La nave parte alle 21 quando già è notte e mentre l’equipaggio si prepara a disancorare, si scorge, tra la banchina e il ponte, uno scambio commosso e festoso di saluti.
Lasciamo le valige dentro i mezzi che vengono caricati nel livello più basso della nave, mentre noi saliamo ai piani superiori. Per la traversata notturna in nave portiamo con noi uno zainetto con l’occorrente per la cena e per la notte (beauty case, sacco a pelo, panini, bibite, biscotti e stuzzichini…). La nave è comunque provvista di bar, ristoranti e tavola calda selfservice, quindi possiamo stare tranquilli!
La serata in nave si accende di allegria, si mangia, si ride, si scherza, si raccontano barzellette e si risolvono rompicapi. Poi quando la stanchezza prende il sopravvento ci infiliamo nei sacchi a pelo, stesi per terra lungo i corridoi o in posizione seduta sulle poltrone organizzate in una sala come fosse quella di un cinema. La notte è fatta di tanti risvegli, la schiena, il collo e le gambe soffrono un po’, ma si dorme.
All’alba una campana assordante ci costringe ad alzarci! Proprio nel momento in cui avevo trovato la mia posizione ideale! Siamo arrivati a Spalato, o Split, come la chiamano i fratelli croati; è ora di far colazione e di prepararsi a sbarcare. L’altoparlante annuncia in varie lingue che i conducenti dei mezzi sono pregati di scendere al ponte più basso appena possibile.
Dopo il passaggio dogana e il controllo documenti allo sbarco, saliamo sui nostri 3 mezzi verso la nostra destinazione: Medjugorje! Da Spalato sono circa 2 ore e mezza di macchina. Preferiamo evitare l’autostrada (anche se nuovissima) per seguire la costa e goderci panorami mozzafiato: alla nostra destra lo strapiombo e sotto il blu intenso del mare adriatico con le sue isole croate rocciose e verdeggianti, alla nostra sinistra pietra e roccia bianca che si innalza imponente sul mare.
Da Split incontriamo varie località balneari molto caratteristiche tra cui Omiš e Makarska. Circa a metà strada tra Spalato e Medjugorje, nei pressi di Makarska, facciamo una sosta ad un piccolo santuario chiamato “la piccola lourdes”. Una Madonnina incastonata nella roccia, intorno tanti ex voto e un ruscelletto d’acqua a ricordare l’acqua miracolosa sgorgata nella grotta di Massabielle.
Una foto di gruppo sullo strapiombo e il viaggio prosegue …
Dopo Makarska continuiamo a costeggiare la Croazia proseguendo verso sud in direzione Dubrovnik, poi ad un certo punto lasciamo il blu del mare e ci immergiamo per vari chilometri in campagne piene di roccia e alberi cespugliosi. Nuova sosta, nuova dogana! Quella che separa il territorio croato da quello bosniaco, qualche controllo, qualche sospetto sui nostri “superbagagli”, ma poi ci lasciano passare. A soli 20 minuti dal posto di blocco entriamo finalmente nella parrocchia di Medjugorje. La grande chiesa di S. Giacomo con i suoi due campanili ci dà il benvenuto!
La parrocchia di Medjugorje fu istituita nel 1892 e profeticamente affidata alla protezione di San Giacomo, protettore dei pellegrini, anche se a quel tempo di pellegrini ve n’erano ben pochi! Ma la costruzione della vecchia chiesa parrocchiale venne portata a termine solo cinque anni dopo la fondazione della parrocchia. Costruito su un terreno instabile, l’edificio ben presto iniziò a cedere. Così, dopo la I Guerra Mondiale, si diede inizio alla realizzazione di una nuova chiesa di S. Giacomo, quella attuale, ultimata e consacrata il 19 gennaio 1969. Per l’epoca la chiesa era bella e forse eccessivamente grande per le necessità del momento, ma la Provvidenza divina aveva predisposto già tutto con un amore sconfinato verso i suoi figli.
Soltanto nell’estate del 1981 la chiesa di Medjugorje divenne un punto d’incontro per milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Il 24 giugno 6 ragazzini (il più piccolo 9 anni, la più grande 16) per la prima volta videro la bella Signora sulla collina chiamata Podbrdo; quella data cambiò la storia di quel villaggio e la storia di tutti noi. Fiumi di pellegrini iniziarono a giungere per poter toccare con mano la grazia che si respirava e per attendere i messaggi di Colei che fin dall’inizio si è definita Regina della Pace.
Molti i segni straordinari, soprattutto nei primi anni, molte le guarigioni e i miracoli, ma soprattutto, tantissime le conversioni. Se Lourdes è per eccellenza il luogo delle guarigioni, Medjugorje è il luogo della rinascita della fede, della conversione, il luogo in cui lo Spirito Santo, per le mani amorose della Mamma, trasforma ogni tristezza in gioia, ogni disperazione in lode a Dio. Chi è nelle tenebre qui viene inevitabilmente colpito e avvolto dalla luce di Dio. Maria richiama qui tutti i suoi figli, supplicandoli sulla necessità della fede, della preghiera, della conversione, del digiuno… che sono i presupposti per la pace nei cuori e per la salvezza del mondo.
Giorni di Paradiso e ritorno a casa
L’esperienza di quei giorni cambia realmente la vita di ciascuno di noi e di questo piccolo gruppo di persone che continua ancora oggi, dopo 3 anni a camminare insieme nella preghiera perseverante e nell’amicizia fraterna.
Non sono i segni straordinari a trasformare la nostra vita, ma piuttosto quella Pace incredibile che penetra in ogni fibra, in ogni cellula del nostro corpo e solleva lo sguardo verso Dio.
Alcuni di noi si uniscono al gruppo di giovani pellegrini per ragioni ben diverse da quelle della fede: ad esempio per accompagnare la fidanzata, per curiosità, oppure per vivere un capodanno insolito, visto che puntualmente l’aspettativa del divertimento di fine anno non è mai pienamente esaudita. Molti di noi sono alla ricerca di una risposta per la propria vita, di un senso profondo del vivere.. e così, ogni richiesta palese o latente del cuore viene accolta ed esaudita dal Cielo. In quei giorni la nostra piccola comunità di viandanti rivive il miracolo che da circa 30 anni si ripete su milioni di pellegrini che giungono ai piedi di Maria: la grande grazia della conversione profonda dei cuori!
Così, chi non crede e addirittura perseguita la Chiesa diventa non solo credente ma autentico apostolo di Maria e di Gesù; chi ha una vita spirituale tiepida e piena di compromessi inizia a cambiare direzione e con la forza dello Spirito Santo testimonia con coraggio la fede in ogni forma e ambito della propria esistenza, anche a costo di derisioni e persecuzioni, anche a costo di essere abbandonati e traditi dagli amici; chi ha perso il gusto della preghiera, lì, ai piedi della bianca statua, ritrova il sapore del Paradiso e della contemplazione, cosicché sgranare il rosario non è più una noia o un ripetere le stesse parole senza alcun senso, ma è invece un dialogo d’amore.
In questa terra di poveri contadini, di per sé vuota di ogni attrazione turistica, proprio qui, riscopri di essere figlio di Dio, adorato e prediletto; in un luogo in cui nessun uomo sulla terra avrebbe scommesso un solo euro, Dio invece scommette la salvezza degli uomini mandando Sua Madre come Messaggera e Maestra di pace.
Sentiamo la certezza nel cuore di essere stati “arruolati” nell’esercito della Regina della Pace, così, sorge in noi il desiderio di perseverare nella preghiera e in questa amicizia fraterna che per grazia di Dio è fiorita tra noi e che ha veramente il sapore del soprannaturale. Tornando a casa decidiamo insieme di darci un appuntamento settimanale per poter pregare insieme, perché Medjugorje non diventi solo una bella e toccante esperienza di una settimana.
Ogni domenica, salvo rari imprevisti, ci riuniamo in parrocchia davanti al Santissimo o a casa di qualcuno per recitare il rosario. Così a rotazione visitiamo e conosciamo tutte le nostre famiglie ed ogni volta è un momento di preghiera intensa e di condivisione. Piano piano il gruppo cresce di numero e le richieste di aiuto nella preghiera si fanno numerose: diverse persone ci chiedono di andare a pregare nelle loro case, altre ci chiedono aiuto nella preghiera per alcune necessità particolari.
Tutto avviene solo per grazia di Dio, non certamente per merito nostro. E’ un continuo contagio di preghiera, di conversione e di speranza che porta sempre più persone ad aggregarsi perché affascinate da questa chiamata materna.
Scherzosamente ci viene dato il soprannome di “Squadrone di Dio”, però l’appellativo spiritoso non piace alla maggioranza perché ha giustamente un’intonazione un po’ troppo bellica. Senonché, pochi giorni dopo ci capita di ascoltare su Radio Maria una bella catechesi su un libro molto prezioso: il “Trattato della vera devozione a Maria” di San Luigi Maria Grignion de Montfort. Durante la spiegazione di alcuni passi di questo testo viene proprio pronunciata la parola “squadrone”! Incuriositi dalla buffa coincidenza ci affrettiamo a recuperare questo libro e a ritrovare quel passo che ci aveva colpito, ed eccolo quà…
“Quanto sarebbe spesa bene la mia fatica, se questo piccolo scritto, capitando fra le mani di un cristiano ben disposto, nato da Dio e da Maria e «non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo» , gli scoprisse ed ispirasse, con la grazia dello Spirito Santo, l’eccellenza e il valore della vera e solida devozione a Maria, quale sto per esporre!
Se sapessi che il mio sangue colpevole potesse servire a far penetrare nei cuori le verità che scrivo in onore della mia amata Madre e augusta Sovrana, di cui sono l’ultimo dei figli e schiavi, me ne servirei, invece dell’inchiostro, per tracciare questi caratteri. Spero infatti in tal modo di trovare anime, che con la loro fedeltà alla pratica che insegno, compenseranno la mia cara Madre e Sovrana, dei danni subiti per la mia ingratitudine e infedeltà.
Mi sento più che mai spinto a credere e sperare tutto quanto ho profondamente impresso nel cuore e da tanti anni vado chiedendo a Dio: presto o tardi, la Vergine santa avrà più che mai figli, servi e schiavi d’amore e, per tal mezzo, Gesù Cristo, mio amato Signore, regnerà più che mai nei cuori.
Prevedo che molte bestie frementi verranno infuriate per dilaniare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per seppellirlo nelle tenebre e nel silenzio d’un cofano, perché non sia pubblicato.
Assaliranno anzi, e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e lo metteranno in pratica. Ma non importa! Tanto meglio! Questa visione mi dà coraggio e mi fa sperare un grande successo, cioè la formazione di uno squadrone di bravi e valorosi soldati di Gesù e di Maria, dell’uno e dell’altro sesso che combattano il mondo, il diavolo e la natura corrotta, nei tempi difficili più che mai vicini. «Chi legge comprenda» . «Chi può capire, capisca».”
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