Aung San Suu Kyi e la sua lotta per i diritti umani.
AUNG SAN SUU KYI, premio Nobel per la Pace nel 1991 “per la sua lotta non violenta in favore della democrazia e dei diritti umani.
Rinchiusa agli arresti domiciliari dal governo birmano, Aung San Suu Kyi non è potuta essere presente alla cerimonia di premiazione: a Stoccolma c’erano al suo posto il marito e i due figli che hanno consegnato ai membri della Fondazione una sua fotografia. Loro stessi, d’altronde, non avevano contatti con lei dal 1990, l’anno in cui è cominciata la sua detenzione.
Aung San Suu Kyi è diventata, “un importante simbolo della lotta contro l’oppressione”.
Lei spiega che a fondamento della sua azione c’è la fede buddista e ha raccolto i suoi saggi sotto il titolo “Libertà dalla paura”: “Non è il potere che corrompe, ma la paura…” è l’incipit del libro. Che, secondo la logica buddista, continua enunciando i tre valori “verità, giustizia e compassione”, che sono “spesso i soli baluardi contro un potere inumano”.
Aung San Suu Kyi è stata l’ottava donna premiata col Nobel per la Pace.
Per votare a favore della birmania e liberare Aung San Suu Kyi dal regime militare che la tiene prigioniera insieme a tutto il suo popolo
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